In questo articolo analizzeremo cosa vuol dire biodegradabile e compostabile. Dopo aver analizzato il significato dei due termini ci soffermeremo sulle differenze sostanziali per cui un prodotto biodegradabile non può essere definito compostabile e viceversa.
Compostabile e biodegradabile non hanno lo stesso significato
Nella ricerca dei prodotti compostabili spesso ci si imbatte in siti che utilizzano nel titolo dei loro prodotti anche il termine biodegradabile. In realtà “biodegradabile” viene spesso inserito dai webmaster per aumentare le ricerche sul prodotto facendo leva sul fatto che molti utilizzano biodegradabile e compostabile come sinonimi.
C’è però una differenza sostanziale che deve essere messa in evidenza anche per evitare che qualcuno possa pensare che in fin dei conti abbandonare un piatto o un bicchiere compostabile in pineta non crei problemi di inquinamento in quanto “biodegradabili”.
Ricordiamo in ogni caso che abbandonare rifiuti all’aperto è vietato anche se si ha un prodotto biodegradabile.
Significato di biodegradabile
Un prodotto biodegradabile degrada spontaneamente in particelle più piccole in un certo arco temporale che può essere di giorni settimane o mesi. Questo processo viene innescato da batteri, funghi in determinate condizioni di luce e umidità.
Il significato di biodegradabile è quindi la capacità di sostanze e materiali organici di degradarsi in sostanze più semplici (come acqua, anidride carbonica e metano) mediante l’attività enzimatica di microorganismi.
Analizzando l’etimologia della parola biodegradabile:
“Bio” significa “vita”, “degradabile” significa “che si decompone a causa di qualcosa”
La verità è che molte sostanze sono biodegradabili, se hanno abbastanza tempo per degradarsi. Le materie plastiche impiegano decenni o addirittura secoli per degradarsi naturalmente, ma arrivano prima o poi a degradarsi.
Affermare quindi che una plastica è “biodegradabile” senza alcun contesto ulteriore (tempo e condizioni ambientali) è ingannevole.
Il fenomeno della biodegradazione fa parte del ciclo naturale della vita sulla terra. L’ambiente nel quale la biodegradazione viene gestita industrialmente è quello del compostaggio.
Cosa vuol dire compostabile: significato e analogie con biodegradabile
Un prodotto compostabile degrada in determinate condizioni di umidità e temperatura. Capita spesso che lo stesso compost casalingo non riesca a degradare o degradi male proprio perchè vengono a mancare le giuste condizioni ambientali. Ad esempio per via di una compostiera improvvisata o posizionata nel punto sbagliato.
Il significato di compostabile è quindi la capacità di un materiale organico di trasformarsi in compost mediante un processo in cui temperatura, umidità e altri fattori vengono controllati. Tale processo sfrutta la biodegradabilità dei materiali organici di partenza per trasformarli in un prodotto naturale che prende il nome di compost.
Il compost è quindi il frutto della disintegrazione e biodegradazione aerobica (dovuta a batteri aerobici) di un materiale organico secondo i tempi e le modalità previste dalla legge e ovviamente senza rilasciare alcuna sostanza dannosa per l’ambiente.
Biodegradabile non è compostabile
Sebbene ogni plastica compostabile sia biodegradabile, non tutto il materiale biodegradabile è compostabile.
La principale differenza tra compostabile e biodegradabile riguarda essenzialmente i tempi di degradazione e i residui ottenuti alla fine del compostaggio industriale.
I materiali biodegradabili sono tutti quelli che, a contatto con batteri, agenti fisici naturali o luce solare, si scompongono in composti chimici semplici come acqua, anidride carbonica e metano.
Poiché le tempistiche di biodegradazione sono diverse a seconda del materiale le plastiche biodegradabili vanno comunque gettate nella plastica.
I materiali compostabili come già detto si trasformano in compost a condizioni di temperatura e umidità controllati. La trasformazione avviene al 100%.
Possiamo quindi gettare i prodotti come piatti compostabili e vassoi monouso compostabili all’interno del contenitore dell’umido organico con tutti gli eventuali residui di cibo.
Le “plastiche” compostabili quindi fanno parte della famiglia delle plastiche biodegradabili. In particolare per le prime vengono definite condizioni standard di degradazione.
La direttiva stabilisce che per essere definito biodegradabile un prodotto deve decomporsi del 90% entro 6 mesi, mentre per essere definito compostabile deve disintegrarsi in meno di 3 mesi e non essere più visibile.
Cenno sulle plastiche oxo-degradabili
Sebbene vengano spesso confusi con le plastiche biodegradabili, i materiali oxo-degradabili sono una categoria a sé. Non sono né una bioplastica né una plastica biodegradabile, ma piuttosto una plastica convenzionale miscelata con un additivo che favorisce la frammentazione in pezzi sempre più piccoli chiamati microplastiche.
Tale frammentazione dovrebbe favorirne il processo di biodegradazione
Dovrebbe, ma, stando alla relazione della Commissione Europea del 16 gennaio 2018, così non accade: non esiste alcuna prova definitiva che la plastica oxo-degradabile subisca, all’aria, in discarica o nell’ambiente marino, una biodegradazione completa in un arco di tempo ragionevole.
Le plastiche oxo-degradabili infatti come già detto si frammentano rapidamente in pezzi sempre più piccoli (microplastiche) ma non si scompongono a livello molecolare come le plastiche biodegradabili e compostabili.
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