PLA o acido polilattico: cos’è e da dove viene?

Il PLA (un polimero termoplastico derivato dalla condensazione dell’acido lattico) è una bioplastica di origine naturale ottenuta dalla trasformazione di zuccheri ricavati da fonti di origine vegetale come mais, grano, barbabietola e altri materiali naturali e biodegradabili non derivanti dal petrolio.

E’ compostabile al 100% ed il suo aspetto è molto simile a quello della plastica: trasparente, lucido, strutturalmente rigido e resistente meccanicamente.

Cos’è una bioplastica?

Il termine bioplastica si riferisce ad un materiale termoformabile che si scioglie, diventa malleabile e può essere trasformato in film o in oggetti di varia natura.

All’interno della parola “bioplastica” –bio fa riferimento a vita e può indicare due cose:

  • l’origine della plastica da materie prime biologiche, ossia naturali, come ad esempio l’amido, la cellulosa ecc.
  • il processo di biodegradazione, ossia la degradazione naturale a cui va incontro il materiale tramite i microrganismi.

Il termine biodegradazione è molto usato ma anche molto criticato perché spesso può dare origine a confusione. Parlando di bioplastica senza ulteriori specifiche, infatti, non è chiaro se ci si riferisca all’origine biologica naturale del materiale, alla biodegradazione o ad entrambi i significati.

Per questo motivo, quando utilizziamo il termine bioplastica, è sempre preferibile specificare se si tratta di una plastica biodegradabile o di una plastica a base biologica.

Ovviamente, la situazione ottimale è quando la plastica è sia biodegradabile che di origine biologica.

Storia del PLA materiale

Il PLA, che da un punto di vista chimico è un polimero termoplastico derivato dalla condensazione dell’acido lattico, non è un materiale di recente invenzione ma la sua storia risale alla metà del XX secolo.

Solo negli ultimi tempi, con il crescente interesse per l’adozione di stili di vita sostenibili, si è rivolta l’attenzione verso la ricerca di nuovi materiali e di una tipologia di plastica prodotta da una risorsa rinnovabile.

Oggi il PLA, diversamente dal passato, rappresenta la seconda bioplastica commercializzata e venduta su larga scala, ha un impatto maggiore sul mercato ed è diventato una valida alternativa rispetto ai prodotti a base di petrolio.

Viene utilizzato in diversi settori, dall’industria farmaceutica e chimica a quella cosmetica, ma la sua richiesta è cresciuta notevolmente soprattutto nei settori industriali del packaging per alimenti.

L’imballaggio, infatti, occupa una parte importante della tecnologia alimentare poiché svolge un ruolo essenziale nella protezione e nella conservazione degli alimenti.

Con il crescente sviluppo economico è stato fatto un uso spregiudicato delle materie plastiche petrolchimiche in virtù delle loro vantaggiose caratteristiche: buone proprietà di barriera nei confronti di ossigeno e composti aromatici, proprietà di elasticità alla trazione e resistenza agli strappi.

Purtroppo le conseguenze di questo uso smodato della plastica in tutti i settori industriali ha portato alle conseguenze in termini ambientali che noi tutti conosciamo e per arginare le quali si stanno cercando soluzioni il più ecologiche possibile e con un basso impatto ambientale.

Negli ultimi anni, grazie ad una maggiore sensibilità e attenzione alla tematica dell’inquinamento ed in seguito alle nuove politiche ambientali, l’attenzione verso la ricerca di soluzioni ecosostenibili è cresciuta molto.

Oggi, la diffusione e l’incremento dell’utilizzo di materiali di origine biologica, come il PLA, sono l’esempio di un cambiamento e di un atteggiamento più virtuoso sia da parte dei consumatori che delle aziende produttrici.

PLA produzione

L’acido polilattico è un polimero di condensazione da cui viene prodotto il PLA per polimerizzazione delle molecole d’acqua perse quando si uniscono i due monomeri di acido lattico, un amido proveniente da una risorsa rinnovabile come zucchero, mais o cereali. Solitamente l’opzione più comunemente utilizzata è il mais poiché è economico e facile da coltivare.

Riciclo PLA e degradazione

Il PLA, essendo un polimero termoplastico biodegradabile, se esposto a determinate condizioni è capace di decomporsi senza lasciare residui visibili o tossici.

Il PLA si degrada per idrolisi a temperature superiori a 65° C ed umidità superiore al 20% per cui i tempi di biodegradazione possono variare notevolmente in relazione al contesto ambientale.

In condizioni di compostaggio ottimali, 65° C e 95% di umidità, i manufatti in PLA si degradano in 50 giorni. I tempi si allungano a 120 giorni nella compostiera domestica dove le temperature del cumulo raggiungono mediamente i 40°C.

In caso di abbandono dei rifiuti in PLA questi biodegradano senza lasciare elementi inquinanti, secondo i medesimi tempi: 15 mesi se lasciati sul terreno, 2 anni se interrati, 4 anni se dispersi in acqua.

PLA vantaggi

Grazie alle sue caratteristiche il PLA viene utilizzato sempre di più nell’industria e, pur essendo in commercio già da anni, la sua richiesta cresce esponenzialmente.

Tra le proprietà del PLA abbiamo:

  • Ottima resistenza agli olii e ai grassi.
  • Capacità di contenere in modo efficace gli aromi e l’ossigeno, preservando le pietanze e i liquidi.
  • Peso ridotto.
  • Elevata resistenza alla trazione che lo rende flessibile e modellabile.
  • Possibilità di essere smaltito dopo l’utilizzo tramite compostaggio.
  • Basso impatto ambientale.
  • E’ prodotto da una risorsa rinnovabile ed è biodegradabile.

Tutte queste caratteristiche rendono il PLA particolarmente adatto a sostituire la plastica tradizionale nel settore del food ma ci sono degli accorgimenti da avere poiché non è adatto a tutti gli usi.

PLA temperatura: limiti dell’acido polilattico nel settore alimentare

La caratteristica principale del PLA è la bassa temperatura di fusione, all’incirca in 60°C.
Questa proprietà lo rende facilmente lavorabile ma anche inadatto ad ospitare bevande e alimenti molto caldi. Per sicurezza non dovrebbe essere usato con alimenti con temperature superiori ai 45°C.

NB. Il PLA non è adatto a contenere bevande e alimenti molto caldi.

Per alimenti caldi ci sono altri materiali più adatti come: il CPLA, la polpa di cellulosa, la canna da zucchero o il Mater-Bi.
Al contrario, il PLA è molto adatto per tutte le bevande e cibi freddi o per quelli che possono essere consumati a temperatura ambiente.

Smaltimento prodotti in PLA

Tutti i prodotti ottenuti con l’acido polilattico, bicchieri in PLA, piatti, contenitori per alimenti e stoviglie in generale devono essere conferiti nella frazione umida nel rispetto della norma Europea 13432.

Bicchieri in PLA

Il PLA viene utilizzato soprattutto per la produzione di bicchieri e contenitori monouso.

I bicchieri in PLA  sono facilmente riconoscibili per il loro aspetto trasparente e del tutto simile ai vecchi bicchieri di plastica. Sono robusti, completamente biodegradabili e compostabili e si adattano a tutte le tipologie di bevande purché fredde o tiepide (la temperatura dei liquidi non deve essere superiore ai 45°).

Perfetti per sagre, feste, cerimonie, servizi d’asporto, mense e tutte quelle occasioni in cui è necessario garantire un servizio veloce, pratico, sicuro ed igienico riducendo l’utilizzo della plastica tradizionale.

Facebook
LinkedIn
Pinterest

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto