Stoviglie compostabili, smaltimento e compostiera domestica

Cosa sono le stoviglie compostabili e dove vanno smaltite? Conoscere per riciclare responsabilmente

Le stoviglie compostabili monouso sono strumenti per la ristorazione prodotte con materiali provenienti da fonti vegetali rinnovabili come la polpa e la fibra di cellulosa.

Esse rappresentano la soluzione ideale in tutti quei contesti in cui è necessario servire un numero elevato di persone in maniera rapida ed efficiente, garantendo alti livelli di igiene e sicurezza alimentare.

Al giorno d’oggi, oltre che guardare all’aspetto pratico dell’utilizzo di imballaggi e stoviglie compostabili monouso, è sempre più impellente la necessità di sviluppare strategie mirate al rispetto, alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente.

Infatti la quantità di rifiuti prodotta giornalmente cresce velocemente ed è destinata ad aumentare. Tra i rifiuti impattanti sull’ambiente ci sono sicuramente gli imballaggi come plastica, cartone, pellicole ecc.

Gli imballaggi sono materiali che servono per proteggere e rendere trasportabili i prodotti di uso frequente. Si stima che ogni persona produca circa 84 kg di imballaggio ogni anno. Per questo è molto importante fare una corretta raccolta differenziata, in modo che tutti i rifiuti possano essere recuperati e riciclati per rientrare nei circuiti produttivi ed essere riutilizzati.

Dal momento in cui in Italia è entrato in vigore l’obbligo della raccolta differenziata, tutti i cittadini sono stati chiamati a rispettare rigorosamente le regole che sottendono al corretto smaltimento dei rifiuti.

Negli anni la Pubblica Amministrazione ha cercato, tramite programmi adeguati, servizi on line e la costruzione di siti specifici, di coinvolgere la popolazione affinché tutti possano assolvere al loro dovere in maniera corretta.

Ma è così intuitiva per tutti la raccolta differenziata?

Ognuno di noi, almeno una volta, si è posto il problema dello smaltimento dei propri rifiuti.

Vige ancora confusione a riguardo e molti hanno ancora delle titubanze su dove conferire alcuni materiali specifici.

Quali parti dell’imballaggio bisogna separare?

Qual è il bidone giusto nel quale collocare i rifiuti specifici?

Di fronte a questi “dilemmi” sicuramente un aiuto ci è dato dall’etichettatura ambientale che si trova sulle confezioni, poiché su questa viene segnalato il materiale che compone ogni parte dell’imballaggio.

Dove si buttano le stoviglie compostabili?

Oggi la produzione aziendale è indirizzata verso soluzioni green e produce stoviglie compostabili che possono essere conferite nella raccolta dell’organico insieme agli avanzi del cibo.

Queste rappresentano un enorme vantaggio sotto diversi aspetti:

  • minore impatto ambientale;
  • comodità e praticità nell’utilizzo;
  • facilità di conferimento dei rifiuti nella raccolta differenziata grazie al fatto che tutto può essere buttato nello stesso bidone senza dover fare delle differenziazioni.

La maggior parte delle stoviglie, posate e bicchieri compostabili non deve essere conferita nella compostiera domestica, ma deve essere gettata nella raccolta dell’umido, in modo da poter essere smaltita in appositi impianti di compostaggio industriale, per poi trasformarsi in fertilizzante.

Nella compostiera domestica, invece, i tempi di decomposizione si dilatano molto e spesso il 60% della plastica compostabile non si degrada completamente, finendo inevitabilmente nel suolo.

È molto importante verificare con attenzione che i materiali da conferire nell’ umido siano realmente compostabili e riportino sulla confezione la presenza della sigla EN13432 o del simbolo relativo.

Biodegradabile o compostabile? Facciamo un po’ di chiarezza

Occorre fare una differenza tra il concetto di “biodegradabile” e quello di “compostabile” che spesso, invece, vengono erroneamente equiparati.

Infatti un elemento biodegradabile non è automaticamente anche compostabile.

Biodegradabile

Quando parliamo di materiale biodegradabile intendiamo riferirci ad un materiale che a contatto con batteri, agenti fisici naturali o luce solare si trasforma in composti chimici semplici e non inquinanti (come acqua, anidride carbonica e metano).

Poiché le tempistiche di biodegradazione sono diverse a seconda del materiale, la normativa europea stabilisce delle direttive in base alle quali un materiale possa essere considerato biodegradabile o meno.

Un prodotto per poter essere considerato biodegradabile deve decomporsi entro 6 mesi del 90%.

Compostabile

Per compostabile, invece, intendiamo qualsiasi materiale che oltre ad essere biodegradabile subisce anche un processo di disintegrazione e trasformazione per via fermentativa, riuscendo a decomporsi entro 3 mesi e non essere più visibile.

Dai prodotti compostabili si ottiene il compost, un terriccio risultante dalla fermentazione del rifiuto umido domestico e utilizzabile in agricoltura come fertilizzante naturale.

Il compost è considerato dagli esperti un ottimo concime per i terreni e una tra le migliori soluzioni per combattere il fenomeno della desertificazione.

Dove si butta il compostabile?

La compostiera: un impianto domestico per la produzione del compost

Risulta dunque essere molto importante e funzionale dotarsi di una compostiera domestica.

Questa è un contenitore, che può essere in plastica o in legno, pensato per raccogliere i rifiuti organici che, durante la permanenza nello stesso, vanno incontro ad un processo di decomposizione aerobica. All’interno di essa, infatti, i numerosi batteri, insieme ai lombrichi, trasformano le sostanze organiche in humus o terra fertile.

Perché dotarsi di una compostiera?

Una compostiera domestica è importante per diverse motivazioni:

  • Ci consente di gestire facilmente i rifiuti alimentari, dell’orto e del giardino.
  • Permette di ricavare sostanze fertili per l’orto.
  • A livello ambientale evita di liberare carbonio nell’atmosfera, che invece viene immagazzinato nel suolo

NB.

La compostiera fai da te non deve essere chiusa ermeticamente, ci deve essere passaggio di aria e di umidità all’interno, poichè il compost è una materia viva e i microrganismi che lo compongono hanno bisogno di aria e umidità per poter attivare i processi fermentativi. Le fermentazioni che avvengono nella compostiera arrivano a 50-60 gradi, per cui è molto importante creare un ambiente in cui queste temperature possano attivarsi e mantenersi.

Per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale costruite la vostra compostiera artigianale con materiali interamente di recupero.

Compostiera da giardino come funziona

Se avete a disposizione uno spazio esterno, l’ideale sarebbe costruire la compostiera in giardino. Se invece avete a disposizione uno spazio più piccolo, potete sempre costruire la vostra compostiera domestica posizionandola sul terrazzo o sul balcone.

Per la scelta del materiale con il quale costruire la compostiera potreste optare per dei pallet in legno (pedane che si utilizzano per la movimentazione delle merci), perché vi consentirebbero di avere una compostiera ordinata, comoda e ben ossigenata.

Come costruire una compostiera in legno artigianale

1. La prima accortezza da avere nel momento in cui si decide di costruire una compostiera è la scelta del posto in cui collocarla, che non dovrebbe essere né troppo lontano dalla vostra abitazione (per ragioni di comodità nel buttare i rifiuti) né troppo vicino, in quanto potrebbero venir fuori cattivi odori.

2. E’ opportuno che la compostiera sia sollevata da terra. Potreste utilizzare un bancale che lasci passare l’aria sotto il materiale accumulato.

3. Con gli altri bancali che avete a disposizione costruite le tre pareti della vostra compostiera e uno sportello, in quanto sarà necessario mescolare il compost periodicamente per ossigenarlo.

4. E’ importante avere una copertura (che potrebbe essere assicurata da un telo) in modo che la compostiera non sia costantemente bagnata dalla pioggia.

5. Una volta terminata la vostra compostiera, all’interno potrete inserire scarti di cucina, bucce di frutta e verdura, fazzolettini di carta, scarti dell’orto ecc. Tra gli scarti di cucina evitate di inserire gli scarti di carne, pesce o formaggio, in quanto andrebbero ad innescare dei processi diversi e attirerebbero gli animali.

NB. Ricordate che il compost si crea mettendo insieme materia organica di diverso tipo per incrementarne la ricchezza e la varietà. Dovrete creare uno strato di verde (ossia la parte più fresca dove sono inclusi anche gli scarti della cucina) e uno strato di secco. Queste due parti dovranno essere ben bilanciate, in quanto nel verde abbiamo maggiore quantità di azoto, nella parte più secca, invece, maggiore quantità di carbonio.

6. Ricordatevi di rigirare periodicamente il compost che si sarà creato.

7. Mano a mano che la materia organica inizierà a decomporsi potrete osservare la presenza di terriccio fertile.

Da queste considerazioni emerge quanto sia importante indirizzare la produzione aziendale e quella domestica verso soluzioni green. Infatti tutte le sostanze non biodegradabili o non decomponibili rimangono a lungo nel terreno senza venire assorbite, provocando inquinamento e causando problematiche ambientali importanti.

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